giovedì 16 gennaio 2014

Il giardino delle pesche e delle rose

Il ricordo del film Chocolat è ancora vivido in me insieme a tantissime altre romanticone che si sono appassionate alla storia di Vianne Rocher, suprema cioccolattaia e fine conoscitrice della psiche umana.
Juliette Binoche che l’ha impersonata ci ha regalato un personaggio pieno di charme e di freschezza e di grande savoir faire. Anche Jonny Depp ha conferito allo zingaro Roux un alone di mistero che conquista. Il film è stato  un successo internazionale per quell’alchemia armonica di elementi  ben mischiati e dosati che hanno conseguito quel bel risultato: un film che si ricorda e all’occasione si rivede volentieri. “Il giardino delle pesche e delle rose” di Joanne Harris è il seguito del libro da cui fu tratto il film. Mi auguro che presto se ne faccia un film che racconterà del ritorno di Vianne a Lansquenet dopo 8 anni. Sarà una storia piena di colori, quelli locali e quelli della comunità maghrébina che si è insediata la dove una volta erano le concerie, vicino al fiume Tannes. In Cocholat era la cioccolata l’ingrediente principe delle ricette di madame Vianne; qui, invece, dominano i nomi delle pietanze arabe che durante il Ramadam vengono preparate dalle genti musulmane. Ho dato una occhiata su Internet e ho notato che sono piatti ricchi ed elaborati, gustati dopo il tramonto, così adesso capisco perché le donne musulmane sono così sovrappeso. Nel libro ritroviamo i medesimi personaggi con i loro colori, come dice Vianne, alcuni oscuri, altri belli e luminosi e a quei personaggi si sono aggiunti quelli della comunità musulmana con le sue regole che vanno rispettate.

Due mondi si prospettano davanti ai nostri occhi e al nostro sentire occidentale che spesso non riesce a comprendere le altre culture, perché ognuno di noi si è arroccato nella propria roccaforte e non vuole né vedere e né sentire le ragioni dell’altro. Ma basterebbe un po’ di umiltà, di umanità, di simpatia, di amore per far crollare tutte le barriere verso l’altro, diverso da noi per la pelle, la lingua, la cultura, la religione.

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