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venerdì 18 dicembre 2020

Lo smart working quanti problemi sta causando

 Quante abitudini ha cambiato questa maledetta pandemia. Molti sono stati costretti a lavorare da casa e magari facendo anche più ore del necessario, chini sul computer fino a tarda notte. Molti hanno trasformato il materasso in una dèpendance della scrivania. A rimetterci, così ingobbiti, sono schiena, spalle, vista. E naturalmente le relazioni di coppia. La vita relazionale si spegne, i muscoli si inflaccidiscono e la sollecitazione di spalle e spina dorsale in posizioni inadatte porta dolori, contrazioni, mal di testa. Senza supporti adeguati si avranno sollecitazioni al collo e colonna vertebrale, con contrazioni e tensioni. Si potrebbero aggravare le ernie al disco, così come i disturbi agli occhi. E, poi: quanto tempo resta per l’attività fisica se anche il tempo libero è dedicato al lavoro? Si annulla il confine tra lavoro e sfera privata. Si rischia di peggiorare le relazioni interpersonali. Curvi, sovrappeso e inaffettivi a questo sta portando lo smart working.

IN SINTESI

SCHIENA IN TENSIONE: Sedere in posizione curva senza supporto lombare aumenta le tensioni a spalla, collo e schiena.

SONNO Più DIFFICILE: Le luci e i riflessi dello schermo del pc alterano i ritmi biologici dell’organismo e rendono più difficile il momento di addormentarsi.

OCCHI E POLSI AFFATICATI: tenere computer e tastiera in posizione bassa  affatica gli occhi e può accentuare eventuali disturbi visivi, inoltre crea problemi ai polsi.

SCARSA INTIMITA’: Lavorare a letto fino a tarda notte disturba il sonno del partner, se si vive in coppia. E rende chi ci dorme accanto (giustamente) irritabile.

Ma c'è di più.

Uno studio recente condotto su 163 accademici e ricercatori provenienti da varie zone del Paese, ha  evidenziato che “una maggiore percentuale di persone che indossano il pigiama durante le ore di lavoro riporta un declino di salute mentale durante la pandemia rispetto a chi si veste prima di andare al computer“. Ma non solo: secondo i ricercatori sarebbero più evidenti le differenze di status economico nei risultati di questa ricerca. Non poter disporre di ambienti domestici separati per condurre le attività lavorative separate da quelle domestiche, anche perché non ci si può permettere una casa con più ambienti, ha portato ad un maggior decadimento psicologico.

In pratica, non creare uno stacco netto tra vita lavorativa e vita al di fuori del lavoro genera difficoltà psicologiche sia per quanto riguarda la gratificazione in quello che si fa, sia per la collocazione sociale in cui ci si sente rappresentati. Una equilibrio molto delicato che spesso viene tenuto in piedi con poche azioni, come quella di “vestirsi per andare a lavorare”.

Una “salute mentale” che porta ad avere risultati sul lavoro sempre meno efficienti e produttivi. Il Covid, quindi, ha sì aperto le porte allo smart working, facendone apprezzare le comodità, ma al contempo ha messo subito in luce i suoi limiti: declino mentale per chi si lascia andare.

In conclusione, se costretti a lavorare da casa è bene farlo senza indossare il pigiama e intervallare il lavoro con esercizi fisici per tonificarsi.


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