Mi chiedo se ha più senso festeggiare l’8 marzo. In Italia
ogni giorno la cronaca informa che c’ è stata un’altra vittima, uccisa dal
marito o compagno, fidanzato. Cosa bisogna festeggiare, quando tante donne
muoiono per aver osato riprendersi la propria libertà. Donne coraggiose che
pagano con la vita l’aver osato umiliare il super ego maschilista dell’ex
compagno che non si rassegna alla perdita non della compagna , ma
al disonore di essere stato lasciato. E’ un’ecatombe, e le cose peggiorano:
responsabile la crisi, perché le ristrettezze economiche fanno scoppiare i
matrimoni in crisi già da tempo. La legge
non è in grado di proteggerci, questa è la verità. Bisogna impostare
l’educazione su una effettiva parità dei sessi già in famiglia, dove ogni
prevaricazione deve essere annullata sul nascere. Questa società che permette
che una parte di essa soffra è destinata a soccombere, perché l’uomo e la donna
non sono due identità, ma una sola identità, quindi se muore una, morirà anche
l’altra. Che lo tengano bene a mente questi esseri meschini che si nascondono dietro l’onore
offeso.


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