Orari dei pasti e perdita di peso
Sono state svolte innumerevoli ricerche per studiare in che
modo gli orari dei pasti possano influenzare il peso di chi li consuma. I
partecipanti che hanno consumato in anticipo il pasto principale della
giornata, facendolo seguire da uno molto più parco poco dopo le 15, hanno perso
peso o mantenuto un peso inferiore con più facilità rispetto a quelli che hanno
consumato un pasto abbondante più avanti nella giornata. La dottoressa Alexandra Johnstone dell’Università di Aberdeen conduce ricerche sul legame tra i
nostri ritmi circadiani e il modo in
cui metabolizziamo il cibo, un campo della scienza noto col nome di crononutrizione.
Johnstone e i suoi colleghi hanno
portato alla luce prove sempre più schiaccianti del fatto che a inizio giornata
riusciamo a metabolizzare meglio il cibo.
“Gli studi più recenti hanno dimostrato che le calorie ingerite vengono
impiegate più efficacemente al mattino che di sera, e questo si manifesta
solitamente con una maggiore perdita di peso. La crononutrizione è un campo scientifico
in continua evoluzione, che sta iniziando proprio ora a dimostrare che la
nostra biologia ancestrale è in conflitto con lo stile di vita moderno. I
meccanismi soggiacenti al perché l’anticipare un pasto possa influenzare lo
stato di salute generale non sono ancora affatto chiari”. Johnstone spiega che
quando si parla di perdita di peso, quello che si mette nel piatto è ancora
l’elemento più importante da tenere a mente. “Bisogna prendere in
considerazione l’intera dieta e non concentrarsi sui singoli pasti e alimenti.
Un croissant o un dolcetto di tanto in tanto non sono sufficienti a rendere
obesa una persona, ma il consumo continuativo di alimenti altamente nutrienti
unito a una vita sedentaria prima o poi finirà per farcela diventare”.
Ridurre l’intervallo di
alimentazione
La ricerca svolta da
Jonathan Johnston, professore di cronobiologia e fisiologia integrata
dell’Università del Surrey, sembra suggerire che potrebbe esistere un legame tra la perdita di peso
e il consumare tutti i pasti in un intervallo
ristretto di tempo. Tenendo a mente che si tratta di uno studio pilota che
necessita di ulteriori approfondimenti, la ricerca prevede che i partecipanti,
in salute e leggermente sovrappeso, ritardino di un’ora e mezzo il primo pasto
del giorno, e anticipino l’ultimo di un’altra ora e mezza. E anziché seguire
una dieta sono stati invitati a mangiare normalmente. “Le persone tendevano a
consumare meno calorie e mostravano minore fabbisogno calorico con una simile
restrizione dell’intervallo alimentare”, dice Johnston.
Johnston non esclude che questo fenomeno potrebbe essere
dovuto ai cambiamenti metabolici, e aggiunge: “Il fatto che consumavano di meno
mi pare un risultato importante e molto interessante. Abbiamo dimostrato che il
gruppo che osservava un ristretto intervallo di alimentazione ha perso una
parte del tessuto adiposo”. Johnston sottolinea comunque che perdere il tessuto
adiposo non equivale a una perdita generica di peso. “Probabilmente, visto che il
tessuto adiposo rappresenta solo una percentuale della nostra massa corporea,
gli effetti benefici non sono sufficienti a risultare in una perdita di peso
diffusa. Ma non vanno dimenticati i benefici a carico della concentrazione di
zuccheri nel sangue”.
Fare colazione presto
fa vivere più a lungo?
Fate colazione presto?
Uno studio della City University di New York sembra
suggerire che potrebbe esserci una correlazione
tra l’anticipare la colazione e i bassi tassi di mortalità. Nel
corso di questa ricerca gli studiosi hanno esaminato oltre 34.000 adulti
statunitensi durante due periodi che coprivano una spanna di tre decenni.
Osservando la tabella di marcia dei vari individui, si sono messi alla ricerca
di costanti tra l’ora in cui veniva consumata la colazione e i tassi di
mortalità. La ricerca è stata diretta
dalla professoressa Ashima Kant, direttrice del dipartimento di alimentazione
del Queen’s College. “Emergono sempre più prove che esista una correlazione
tra gli orari in cui vengono consumati i pasti e il fabbisogno e
immagazzinamento energetico del corpo. Una delle possibili spiegazioni è una
incompatibilità tra il momento in cui viene consumata una sostanza nutritiva e
quello in cui il meccanismo metabolico del corpo rilascia gli elementi
nutrienti nel sistema”, dice la professoressa.
Lo studio della Kant ha preso in esame diversi marker alla
ricerca dei benefici e degli svantaggi per la salute, tra cui il peso corporeo
e i tassi di insulina e colesterolo nel sangue. La ricerca non era mirata a
desumere i momenti ottimali per mangiare e per la salute, ma cercava l’opposto,
ovvero gli esiti di mortalità, per qualsivoglia causa. E allora, esiste un’ora
in cui si consuma la colazione, che riduce di fatto il tasso di mortalità? “In
questa ricerca il tempo mediano della prima colazione delle 7 del mattino per
gli uomini e le 7:15 per le donne è stato collegato a un minor rischio di
mortalità” sostiene la Kant. Anche se a dire il vero si rifiuta di trarre
conclusioni sul perché mangiare più tardi possa condurre alla morte, spiegando
che: “Potrebbe coincidere col momento del rilascio degli ormoni necessari
all’utilizzo metabolico delle sostanze nutrienti. È solo uno dei possibili
motivi, ma visto che la nostra ricerca era basata sulla sola osservazione, non
lo abbiamo preso in esame”.
Quando si deve
consumare il pasto più ricco del giorno?
“Tutte le prove
raccolte sino a questo punto – dice il professor Johnston – indicano che di
sera dovremmo provare a ridurre le quantità, e consumare quello che è l’ultimo
apporto calorico del giorno il più presto possibile. Il motivo è che col procedere della
giornata sembriamo perdere la sensibilità all’insulina. Decenni fa è stato
coniato il modo di dire ‘diabete pomeridiano’: indice del fatto che le persone
tolleravano meno lo zucchero nel pomeriggio e alla sera, rispetto al mattino.
Molte ricerche hanno dimostrato che l’orologio circadiano interno è il più
possente dei regolatori metabolici. Si
processa più efficacemente un pasto al mattino che alla sera. Consumare un pasto di sera risulta in più
alte concentrazioni di zuccheri e grassi nel sangue, e ci vuole più tempo affinché il corpo ritorni alle
normali condizioni. Sappiamo che la presenza prolungata di zuccheri e
grassi nel sangue è un rischio correlato a varie problematiche cardiache e
metaboliche. Da qui, dimostrare che avere più energia più avanti nel giorno
significa avere livelli più alti di zuccheri e grassi nel sangue, il passo è
breve. È così che aumenta il rischio di malattie”.
LA MIA ESPERIEZA.
DESIDERO DARE UN CONTRIBUTO A QUESTE RICERCHE CHE REPUTO VERITIERE.
Dopo attenta lettura di quanto si legge sopra, desidero farvi
partecipi dell' esperienza che porto avanti da gennaio 2021. Avevo raggiuto
un peso che avevo superato soltanto con le mie due gravidanze, quindi ho preso
la drastica decisione di seguire una dieta. Io, però, non riesco a seguire
diete rigide in cui bisogna pesare, mangiare quello che quel giorno prevede.
Poi in casa le tentazioni sono tante con mio marito che non ne vuole
assolutamente sapere di cambiare il suo stile di alimentazione. Io per pigrizia
non mi metto ai fornelli e faccio gestire a lui la cucina e morale del discorso
“mangio quello che passa il covento”.
L’anno scorso però decisa a perdere peso ho iniziato con il digiuno serale. Mi
limitavo solo alla colazione mia solita, molto ricca e corroborante, un frutto
a metà mattinata e poi il pranzo che prevedeva oltre la pasta anche il secondo
e contorno di verdure. A dicembre avevo raggiunto il mio obiettivo.
Consideriamo tutte le festività e festicciole varie in cui mai mi limitavo,
direi che l’esperimento è riuscito. A gennaio, dopo le festività natalizie, però
mi sono ritrovata qualche chilo da smaltire. Subito mi sono messa a regime.
Però, per velocizzare i tempi in previsione della Pasqua, oltre al digiuno
serale ho aggiunto il digiuno di una giornata intera e bevo soltanto acqua. Il
giorno dopo con grande soddisfazione
verifico puntualmente che ho smaltito 1 kg di peso. Per Pasqua avrò il mio peso
che cercherò di mantenere solo con il
digiuno serale. Per tutto questo tempo in cui ero impegnata a recuperare il peso
forma non ho accusato nessun tipo di
malessere, ossia stanchezza, spossatezza,
capogiri. Il mio organismo mi ha supportato magnificamente.
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