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venerdì 1 agosto 2025

Benvenuto AGOSTO mese di vacanza

 


"Agosto" di Federico García Lorca, poesia sul valore della terra e dell'infanzia è una poesia che riesce a racchiudere la potenza simbolica dell’estate come tempo sospeso, sacro e sensoriale. Con immagini che mescolano luce, frutti, cibo e sogno, Lorca ci guida in un viaggio poetico tra campi di mais e lune da mordere, tra pane scuro e zucchero, tra sole-nocciolo e pannocchie sorridenti, restituendo dignità alla terra e incanto all’infanzia. Questa poesia è molto più di una semplice descrizione stagionale: è un ritratto lirico dell’origine, un inno all’identità contadina e al potere immaginifico dei più piccoli, capaci di nutrirsi ancora di luna e meraviglia.



Leggiamo questa intensa poesia di Federico García Lorca per coglierne la magia dei versi e interpretarne il significato.

                                  Agosto di Federico García Lorca

Agosto.

Controluce a un tramonto

di pesca e zucchero.

E il sole all’interno del vespro,

come il nocciolo in un frutto.

 

La pannocchia serba intatto

il suo riso giallo e duro.

 

Agosto.

I bambini mangiano

pane scuro e saporita luna.

 

                              Agosto, Federico García Lorca

Agosto.

Contraponientes

de melocotón y azúcar,

y el sol dentro de la tarde,

como el hueso en una fruta.

 

La panocha guarda intacta

su risa amarilla y dura.

 

Agosto.

Los niños comen

pan moreno y rica luna.

 

Questa poesia è un piccolo rito, una preghiera pagana alla dolcezza del tempo che si consuma, alla bellezza che si fa cibo, e alla magia che solo gli occhi dei bambini sanno ancora riconoscere. Agosto non è solo un mese: è un rito, un momento mitico in cui si coglie l’apice della natura e si intuisce la sua futura caduta.

Come nei quadri di Chagall o nei sogni ad occhi aperti dei bambini, anche qui il tempo si scioglie, si fa dolce e denso come zucchero fuso. Ogni senso viene coinvolto in un abbraccio caldo e malinconico, come quello del tramonto sulla fine dell’estate.

Non dimentichiamo che Agosto è il cuore dell’estate: tempo del raccolto, della maturazione, ma anche dell’attesa di un declino imminente. Lorca lo tratteggia con reverenza quasi mistica.

Il tramonto non è solo luce, ma luce “di pesca e zucchero”, ovvero una luce che sa di frutta e dolcezza, che ha consistenza, colore e sapore.

Il sole è racchiuso dentro il vespro,  non è più luce che irradia, ma cuore interno, nocciolo caldo. L’immagine è potente e dolcissima: il sole è nascosto nella sera così come un nocciolo è contenuto nella polpa del frutto.

 

Il giorno non muore, ma si interiorizza nella notte. Il vespro è dolce come una pesca, ma anche fragile: il tempo si stringe intorno a un nucleo incandescente, ultimo fuoco prima della notte.

L’immagine conclusiva è tra le più suggestive dell’intera lirica. I bambini mangiano pane scuro, che rappresenta il nutrimento reale, concreto, umile. Ma mangiano anche la “saporita luna” , un’immagine fantastica, che sovrappone la realtà al sogno.

Il pane scuro è legato alla terra, alla fatica, alla ruralità. La luna, invece, è simbolo del mistero, del femminile, dell’irraggiungibile che si fa cibo. Solo i bambini possono, nella loro purezza e immaginazione, nutrirsi della luna come se fosse reale. Questo verso fonde infanzia e mito, fame e sogno, realtà e fantasia. È una chiusura aperta, che lascia il lettore in uno stato di stupore e leggerezza.

 


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