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lunedì 23 dicembre 2013

Memorie di Adriano

Ho appena finito di leggere il romanzo che  Marguerite Yourcenar ha dedicato all’imperatore Adriano e sono stata piacevolmente colpita dalla grande capacità di introspezione della scrittrice. Dire che è un romanzo storico significa minimizzare il grande lavoro svolto sul personaggio. Il Grande Imperatore sembra rivivere una nuova vita, man mano che si prosegue nella lettura che diventa sempre più piacevole, intrigante, grandiosa, come del resto fu la vita di Adriano che divenne imperatore perché fu adottato dal cugino: l’imperatore Traiano. Era costume di allora trasmettere questa carica scegliendo, mentre ancora si era in vita, colui che si considerava capace e abile nel coprire il ruolo di tale importanza politica. Adriano si rivelò il prescelto giusto; visse una vita attiva e intensa, sempre in prima linea, sia da soldato che da statista, occupando le più alte cariche e dando sempre il meglio di sé. Viaggiò molto per tutto il vastissimo Impero Romano, dovunque apportando migliorie e dispensando ricchezze. Progettò e fondò nuove città. Riuscì a  imporre  una pace duratura per le sue doti diplomatiche e strategicamente valide, considerando i tempi e la forza invincibile dell’esercito romano, come aveva fatto il Grande Augusto. Ebbe doni taumaturgici, perché chi gli si avvicinò per guarire da qualche malattia ne fu guarito o comunque migliorò. Lo stile della scrittrice è fluido; ricca e articolata la lingua, ella sa fare buon  uso delle parole, mai ridondanti, per cesellare il profilo di questo Grande Uomo. Adriano è il protagonista e unico personaggio del romanzo, che  racconta la sua vita dal suo punto di vista, mettendo in risalto sia le qualità del suo genio, ma anche le sue debolezze di uomo, come la grande passione per il giovinetto di Bitinia, Antinoo, che si suicidò appena ventenne, lasciandolo nella prostrazione più profonda. Egli in una lunghissima lettera al prossimo imperatore che ha prescelto e che onorerà degnamente il ruolo a cui è predestinato: Marco Aurelio, si mostra uomo colto e sensibile, senza nulla tacere. Da rileggere, per le tante riflessioni sulla buona politica.  Qual è il fine ultimo del buon governo: far crescere  il benessere e garantire pace e giustizia a tutti. Ciò che Egli fece.


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