Coltivato già 5000 anni fa in America Centrale, è stato per secoli un alimento base per la dieta delle popolazioni precolombiane che lo consideravano sacro.
Gli Aztechi lo chiamavano "il grano degli Dei" e gli Inca lo utilizzavano per il potere curativo. L'elevato contenuto proteico rende la farina di amaranto particolarmente preziosa per chi abitualmente consuma alimenti senza glutine.
L’amaranto è un alimento molto digeribile. Anche
le donne in gravidanza, gli anziani e i bambini lo possono consumare senza
problemi. L’amaranto, come la quinoa, contiene saponine. Per evitare che
durante la cottura – che avviene per bollitura – l’amaranto diventi colloso è
necessario risciacquarlo molto bene in un colino prima di metterlo in pentola.
La presenza di fitosteroli nell’amaranto abbassano il colesterolo ‘cattivo’ LDL e aumentare il colesterolo
‘buono’ HDL.
Amaranto, controindicazioni
L’amaranto
non presenta controindicazioni particolari, ma ha un contenuto moderato
di acido ossalico. Da questo punto di vista chi soffre di
calcoli e di problemi renali dovrebbe chiedere maggiori informazioni al proprio
medico sulla possibilità di consumare l’amaranto, in quali quantità e con quale
frequenza. Infine, l’acido ossalico può inibire in parte l’assorbimento del
calcio e dello zinco.
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