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domenica 9 novembre 2025

Semifreddo di marroni con crema di cachi e cialda alle mandorle


Nel mio ricettario ho trovato questo dolce ai cachi di cui sono ghiotta che è super scenico, ma ha tempi lunghi per realizzarlo.

Tempo      8h

Prodotto   6 porzioni

Ingredienti

250 g panna fresca

250 g zucchero

200 g crema di marroni

100 g mandorle

100 g latte

35 g albumi

25 g rum

15 g farina

12 marron glacé

3 cachi maturi

2 tuorli

aceto di vino bianco

riso soffiato

Procedimento

Step 1

Scaldate il latte con il rum fino all’ebollizione. Sbattete i tuorli con la farina e un paio di cucchiai di crema di marroni, poi, quando il composto sarà liscio, unite il resto della crema di marroni.

 Step 2

Versate il latte sul composto con tuorli e crema di marroni. Amalgamate molto bene, poi riportate sul fuoco e fate bollire per 1 minuto.

Step 3

Preparate una placchetta foderata di pellicola. Allargatevi la crema e fatela raffreddare del tutto.

Step 4

Setacciate la crema per eliminare eventuali grumi e ridarle la giusta consistenza.

Step 5

Montate gli albumi con 50 g di zucchero fino a ottenere una meringa soda e unitela alla crema setacciata.

Step 6

Montate la panna parzialmente e unitela alla crema.

Step 7

Accomodate un tagliapasta quadrato (lato 20 cm, h 4 cm) su una placchetta o un vassoio foderato di carta da forno, versatevi la crema, battete leggermente il vassoio sul tavolo per livellare la crema e mettete il semifreddo in freezer per almeno 6 ore.

Step 8

Raccogliete 200 g di zucchero in una piccola casseruola di rame con un cucchiaino di aceto di vino e 30-40 g di acqua; portate sul fuoco e fate caramellare fino al colore dorato poi unite le mandorle, mescolate e togliete dal fuoco. Versate su un foglio di carta da cucina, allargate le mandorle e fate raffreddare del tutto. Spezzettate il croccante alle mandorle nel bicchiere del robot da cucina e frullatelo fino a ottenere una polvere. Per ridurre i tempi e semplificare la preparazione potete ottenere lo stesso risultato frullando 300 g di croccante di mandorle già pronto.

Step 9

Distribuite la polvere di croccante su una placca foderata con un foglio di silicone, unite un paio di cucchiai di riso soffiato e infornate per 2-3' a 180°C.

Step 10

Sfornate, fate raffreddare la cialda e poi spezzatela. Frullate i cachi in crema aggiungendo, a piacere, 20 g di zucchero. Distribuite la crema di cachi nei piatti, unite dei dadi di semifreddo e completate con pezzetti di marron glacé e di cialda.

 

 

 

 



venerdì 7 novembre 2025

CENTRIFUGATO VERDE ANTISTRESS

 


Lo stress influisce non solo sull’umore e sul sonno, ma anche sul benessere fisico. Un centrifugato verde ricco di vitamine e minerali può aiutare a ridurlo in modo naturale.

Banana, kiwi, spinaci e cavolo nero sono gli ingredienti ideali per iniziare la giornata con più energia e serenità

Lo stress, oltre ad avere un impatto sulla salute mentale, rendendoci di cattivo umore, nervosi e turbando il nostro sonno, ha anche un effetto sulla salute fisica. Periodi prolungati di grossa tensione aumentano i livelli di cortisolo, definito proprio ormone dello stress, e questo provoca un incremento dello stato infiammatorio con tutti gli inconvenienti correlati, a iniziare dalla stanchezza fisica e mentale e da un diffuso stato d’ansia. Vitamine del gruppo B, in particolare B1 e B6, vitamina C, vitamina E e zinco sono una combo perfetta per ridurre i livelli di stress. Questi micronutrienti si trovano in particolare nei semi oleosi come le mandorle, nei semi di zucca, nei kiwi, nella banana, negli spinaci e nel cavolo nero.

Per preparare la nostra centrifuga/estratto servono:

1 banana, 2 kiwi sbucciati, 100-150 g di spinaci, 2-3 foglie di cavolo nero e, se piace, un pezzetto di zenzero.

Una volta pronto aggiungiamo 1 cucchiaio tra mandorle tritate e semi di zucca.

Al mattino a colazione.


lunedì 3 novembre 2025

SUPERLUNA PIENA DEL CASTORO 5 novembre 2025


Questa superluna è la più grande e luminosa dell'anno 2025!

              email dalla fantastica lunare Alessandra Donati


 Il 5 novembre dalle ore 14:20 alle 02:20 del mattino dopo avremo la superluna piena, bella grande e piena di luce.

 

Anche il 4, serata di 🌔VIGILIA DI LUNA PIENA, vedremo una grande luna che accoglie nella sua luce i nostri desideri, come una mamma che farebbe qualunque cosa per suo figlio!

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Il rituale di vigilia prevede che tu esponga alla luce di luna🌔 (tempo permettendo, altrimenti esponi in casa):

✅ acqua da bere "informata", attacca un bigliettino sulla bottiglia con su scritta una qualità come ad es."coraggio", "amore", "salute", ""autostima"... : ogni goccia bevuta riprogramma le tue cellule con quella meravigliosa virtù!

✅la tua lista desideri sul quaderno della luna: le cose scritte e programmate si materializzano con molta probabilità!

✅gioielli, oggetti che ami, pietre, gioielli... caricati di luce lunare sprigionano energia viva!🌟

Prega l'Arcangelo Haniel della grazia e della luna di "collaborare" con la luna per materializzare ciò che desideri nella tua realtà. 

Vai a dormire e ritira tutto la mattina dopo!

Non vuoi "perdere tempo" con l'esposizione?

 

Premesso che tempo lo guadagni perché il rituale in sé dà gioia, puoi benissimo fermarti a guardare la luna e a parlarle. Luna, grazie della meraviglia luminosa che sei! Io vorrei questo e quello, mandami i segnali; Haniel fammi cogliere tutte le opportunità che arrivano! Grazie!

 

Ritira tutto il tuo "tesoro" la mattina dopo, a qualunque orario, come un bambino che riceve nuovi doni🎁 la mattina di Natale.

 

Il 5, luna piena, è la serata ideale per allontanare negatività, ad esempio scrivendo su un foglio cosa vuoi eliminare e bruciando poi il fogliofoglio🔥. Puoi iniziare il ***sasso-legno-carta***!

(*** sasso-legno-carta*** la sera di luna piena, il 5 novembre, scrivi su un sasso l'emozione negativa o il malessere che vuoi eliminare, appoggia il sasso sulla parte del corpo in cui senti quel malessere e visualizza il passaggio del malessere/emozione da te al sasso. Prega e scaglia lontano il sasso. La sera dopo fai la stessa cosa con un pezzetto di legno; scrivi lo stesso malessere/emozione, appoggia il legno sulla stessa parte del corpo visualizzando che passi da te al legno, prega e scaglia lontano il legno. La terza sera fai la stessa cosa con un foglietto di carta, scrivici sopra lo stesso malessere, appoggia-visualizza-prega e infine brucia. Rituale salvifico, davvero potente.)

Novembre è il mese in cui madre natura spinge nel buio, ma questa luna ti invita a trovare la luce dentro di te. Basta dare una sbirciatina indietro e complimentarti con te stessa:

  • per l'impegno a far funzionare la tua vita il meglio possibile
  • per il superamento delle avversità
  • per i desideri realizzati 
  • per rialzarti dopo le cadute, pronta a ricominciare
  • per i tuoi gesti gentili e per i sorrisi che hai donato

 

Sei un amore di persona, Maria!!!!!

Ti abbraccio forte mentre ti vedo illuminata da questa magica superluna🌕❤️
Alessandra

 

 

P.S. Forzieri pieni di news!🎁

 

 

✅Lunedì 10 novembre ore 19-20 zoom gratuita con me e la bravissima astrologa Andreea Popa,  "PREVISIONI per il tuo miglior 2026". Ricevi il programma e il link zoom il giorno prima. Scrivimi se interessata, ci sono solo 100 posti.

 

✅Lunedì 17 novembre ore 20:30-22:00 webinar col Giardino dei libri: "Come realizzare i desideri in armonia con le 13 lune"

 

✅L'agenda delle 13 lune 2026 è già disponibile sul Giardino dei libri, acquistala ora DA QUI

 

Qui hai tutti i libri della luna e degli Arcangeli:

 

calendario 13 lune 2026           
 

Agenda 13 lune 2026.         

 

Manifestare con la luna             

 

Potere purificante luna calante 

 

Chiedi alla luna l’amore           

 

Arcangeli a casa tua                

 

Arcangelo Haniel                    

 

Carte della luna                       

 

Quaderno della luna                

  •  
Oggi 5 novembre h. 5:30 da casa mia questa splendida luna piena.
 




domenica 2 novembre 2025

2 Novembre : commemorazione dei defunti

  I morti si celebravano già nel Medioevo. La giornata prescelta era la domenica che precede di due settimane l’inizio della quaresima, quindi fra gennaio e febbraio. Il rito attuale viene, secondo la chiesa latina dalla scelta di un abate benedettino di Cluny. Nel 998 fece suonare le campane funebri dopo i vespri del 1 novembre e il giorno successivo offrì l’eucarestia pro requie omnium defunctorum. Questa celebrazione nel XIV secolo è diventata di tutta la Chiesa Cattolica.

Portiamo fiori al cimitero e oggi in particolare portiamo crisantemi. Il nome significa fiore d’oro. Era già coltivato in Cina cinque secoli prima di Cristo, mentre in Europa si diffuse alla fine del 1700 in Francia, in Italia e in Inghilterra. In Giappone è fiore nazionale e si usa per le nozze. In molti Paesi è il simbolo di vita, forza d’animo e pace.

In Guatemala c’è la cerimonia di costruzione di un enorme aquilone al cimitero. Farlo volare è di buon auspicio per chi ha lasciato questa terra. In Messico si preparano altari dei morti anche in casa perché la tradizione vuole che i defunti tornino a trovare chi è ancora vivo. La festa, El dia de los muertos, che è patrimonio immateriale dell’umanità, ha un lato allegro come racconta Coco, il film animato della Disney premio Oscar nel 2018. Si vede nei colori e nel modo di esorcizzare la morte che si chiama Catrina e veste come una donna elegante dell’Ottocento. Già per le civiltà precolombiane l’idea della morte era legata al concetto di rinascita e il calendario azteco li festeggiava a fine agosto. Oltre ai fiori sulle tombe si portano foto, liquori e sigarette. C’è anche chi dorme al cimitero. I dolcetti tipici sono calaveras, piccoli teschi di zucchero colorato. Lo potete avere anche con il vostro nome sopra.



 

giovedì 30 ottobre 2025

HALLOWEEN: UNA FESTA CELTICA?

 La notte di Halloween (31 ottobre-1 novembre) è domani sera e in tutto il mondo è diventata una festa collettiva da festeggiare, abbigliandosi con costumi che richiamano scene gotiche, di animali ecc... Nessuno si sottrae, adulti e bambini sono equamente impegnati in questo travestimento e “divertimento” che avviene alla vigilia di Ognissanti, cioè di una festa religiosa importante, in cui si celebrano tutti i Santi della Chiesa Cristiana Cattolica. Pochi si  ricordano che il 1° novembre si va in chiesa a sentire la Santa Messa, si celebra la Santa Eucarestia  e si prega per ottenere salute e protezione per  la nostra famiglia. Anch’io, però, quest’anno non mi sono sottratta al rito collettivo e con mio marito venerdì con il travestimento che abbiamo scelto ci recheremo a casa di mia figlia per trascorrervi la serata in allegria. Lo facciamo per la bambina, la nostra nipotina che ci tiene tanto e sua madre, mia figlia, non è da meno. Halloween è una festa pagana che fa il verso a Carnevale; è una festa commerciale come ormai tutte le feste religiose, anche Natale e Pasqua ormai. Non voglio criticarle, di questi tempi è bene dare un po’ di respiro all’economia e ai negozianti supertassati che così riescono a far quadrare i loro conti. Halloween però non è una festa celtica, come sogliono farci credere e quindi tutto è lecito in questa notte. Di seguito desidero condividere un recente post di un blogger "Un italiano in Islanda" che seguo da alcuni anni. Buona lettura!

Le vere origini di Halloween

Di Roberto Luigi Pagani il ottobre 25, 2025

C’è sempre qualcuno che si scandalizza nel vedere un errore in un articolo di testate prestigiose come National Geographic, la RAI o un grande quotidiano. Eppure, la sorpresa è mal riposta: le redazioni giornalistiche non sono composte da specialisti di ogni campo del sapere: chi scrive di scienza, archeologia o storia spesso deve sintetizzare in poche righe concetti che, nel mondo accademico, richiedono anni di studio e aggiornamento costante.

Perfino tra gli studiosi, nessuno può essere esperto di tutto. Un medievista specializzato nell’Italia centrale del Duecento difficilmente sarà aggiornato sugli ultimi sviluppi della filologia norrena, così come un filologo nordico può conservare nella memoria nozioni ormai superate in altri ambiti. Lo stesso vale per me: dopo anni dedicati quasi esclusivamente all’Islanda, non pretenderei di padroneggiare le novità più recenti sulla storia ecclesiastica umbra del XIII secolo.

Ricordo che, quando studiai lingue nordiche a Milano, mi insegnarono che le rune erano “simboli magici”. Oggi, dopo decenni di letture e confronto con la ricerca specialistica, posso affermare con ragionevole sicurezza che le rune non erano simboli magici, ma semplicemente lettere, che potevano essere impiegate anche per testi a contenuto magico. La differenza è sostanziale. Tuttavia, l’idea romantica delle “rune magiche” si è radicata nella cultura popolare, alimentata da manuali esoterici e saggi divulgativi molto fantasiosi. È ormai quasi impossibile correggerla: troppi si sono affezionati a questa rappresentazione falsa, e quando qualcuno prova a smontarla con argomenti documentati, reagiscono con ostilità, brandendo articoletti di Vanity Fair o Focus come se potessero confutare decenni di studi filologici e archeologici.

Questo atteggiamento rivela un problema più profondo: una carente educazione al metodo scientifico.

Nella scuola dell’obbligo raramente si insegna a lavorare sulle fonti, a distinguere un testo accademico da un articolo divulgativo. Così, molti non colgono la differenza tra una ricerca pubblicata su Science e un pezzo scritto da uno stagista per un supplemento domenicale.

Non comprendono nemmeno che, in genere, una ricerca più recente e basata su un numero maggiore di dati ha valore superiore rispetto a una più vecchia. Capita così che, davanti a risultati che contraddicono le proprie convinzioni, qualcuno vada a riesumare un articolo del 1924 che afferma contrario, lo incolli su Facebook e proclami la sua idea confermata dalla scienza. Persino quando si trovano davanti ricerche aggiornate, preferiscono credere a quelle obsolete se le conclusioni di queste ultime piacciono di più, invocando la “libertà di opinione” — come se scegliere di credere a un testo medievale su una malattia, anziché a un manuale di medicina moderna, fosse una semplice questione di scelta individuale.

È un problema serio, che si può contrastare solo con pazienza e dialogo, anche se la pazienza, a volte, si esaurisce. Faccio questa lunga premessa perché so benissimo che, a seguito di questo mio articolo che verrà corredato da una biografia accademica fatta di studi condotti da esperti, qualcuno citerà di sicuro qualche clip di National Geographic o articolo di Focus per negare quanto detto.

La falsa origine “celtica” di Halloween

Un caso paradigmatico di quanto sia difficile estirpare una teoria affascinante ma infondata è quello di Halloween.

Ancora oggi circola l’idea che la festa derivi direttamente da un remoto capodanno celtico, Samhain, in cui le anime dei morti vagavano tra i vivi e i druidi accendevano fuochi sacri per celebrare il passaggio tra l’estate e l’inverno. È un’immagine potente e suggestiva, ma non storica.

Gli studi più recenti, e in particolare l’analisi minuziosa di Robert A. Davis (2009) nel saggio Escaping Through Flames: Halloween as a Christian Festival (in Treat or Trick? Halloween in a Globalising World, Cambridge Scholars Publishing, pp. 28–43), mostrano come questa narrazione non resista a un esame critico delle fonti.

Davis apre il suo contributo con una frase lapidaria:

«Quasi ogni caratteristica della spiegazione pagana di Halloween svanisce di fronte a un’analisi dettagliata delle varie fonti testuali e delle cosiddette tradizioni comunemente addotte a suo sostegno…» (p. 29).

In altre parole, quando si mettono a confronto le testimonianze medievali con le ipotesi moderne, la costruzione “paganeggiante” crolla. Non esiste alcuna fonte precristiana o medievale che associ Samhain alla venerazione dei morti, a fenomeni soprannaturali o a un capodanno celtico basato su un calendario alternativo.

Si tratta di una proiezione posticcia, nata tra Otto- e Novecento in pieno clima romantico e nazionalista, quando si cercava di ricostruire un mitico passato celtico comune all’Europa nord-occidentale. In questo processo, elementi stagionali, racconti folklorici e riti agricoli vennero arbitrariamente fusi in un sistema religioso unitario, che in realtà non è mai esistito.

Davis insiste su un punto metodologico cruciale: la somiglianza tematica non implica continuità storicail fatto che due culture celebrino riti legati al ciclo stagionale o ai morti non significa che l’una derivi dall’altra o che siano imparentate. È un errore comune dell’antropologia evoluzionista ottocentesca, che tendeva a interpretare ogni tradizione come il residuo degenerato di un archetipo primordiale.

Un altro nodo critico, osserva Davis, riguarda la dipendenza quasi esclusiva delle ricostruzioni “celtiche” da materiale irlandese:

«La problematica dipendenza da materiale esclusivamente irlandese per l’intera documentazione delle usanze di Samhain è rafforzata da altri dati etnografici, che non mostrano alcun esempio di credenze o pratiche precristiane in stile Halloween in alcun materiale gallese o scozzese antico…» (p.30)

Tutto ciò che sappiamo di Samhain proviene da fonti letterarie irlandesi altomedievali, redatte secoli dopo la cristianizzazione dell’isola e già filtrate attraverso una prospettiva cristiana.

Nel Galles, in Scozia e in Bretagna — regioni che avrebbero dovuto condividere la medesima eredità “celtica” — non si trovano pratiche analoghe, se non in zone di forte immigrazione irlandese.

Questa evidenza demolisce l’idea di un capodanno pan-celtico o di una grande “festa dei morti” comune a tutte le popolazioni che oggi chiamiamo celtiche. Le testimonianze indicano piuttosto semplici riti agricoli di fine stagione, legati al pascolo e alla chiusura dell’anno agrario, senza alcun carattere sacro o sovrannaturale.

Anche la coincidenza cronologica tra Samhain e il 1° novembre è ingannevole: le feste autunnali di ringraziamento o purificazione erano diffuse in tutta Europa, e la scelta di questa data per la celebrazione di Ognissanti risponde a esigenze liturgiche interne della Chiesa, non a un sincretismo con culti precristiani.

«È, naturalmente, una caratteristica ugualmente integrante della difesa pagana di Halloween, sia antica che moderna, che la festa cristiana […] rappresentasse un’assimilazione appena mascherata della più antica festa celtica…» (p. 30).

Davis evidenzia poi come questa interpretazione — secondo cui la Chiesa avrebbe deliberatamente “battezzato” un culto pagano — non nasca nel Medioevo, ma nella polemistica protestante dei secoli XVI-XVII, assieme a tanti altri miti che oramai sono stati sconfessati fino alla nausea, come quello della caccia alle streghe e dell’inquisizione. Accusare la Chiesa romana di aver travestito antichi riti pagani serviva a screditare il cattolicesimo come religione superstiziosa e idolatrica.

Questa visione sopravvisse fino a inizio Novecento, quando James Frazer, nel monumentale The Golden Bough (1906-1915), le diede nuova veste “scientifica”. Frazer sosteneva che sotto le feste cristiane d’autunno sopravvivessero i resti di un’antica festa del fuoco pan-celtica, dedicata alla purificazione, alla pacificazione dei morti e all’arrivo del nuovo anno.

Ma la sua tesi, pur affascinante, si fondava su analogie folkloriche e su un modello evoluzionista oggi superato. Come nota Davis, il pregiudizio ideologico anticristiano di Frazer — l’idea che tale religione fosse solo una forma raffinata di superstizione pagana — contaminava profondamente la sua ricostruzione.

«Per difendere Halloween dagli attacchi dei suoi oppositori […] il contributo specifico di Murray […] fu quello di evidenziare Halloween come una delle date chiave del calendario sacro della “Vecchia Religione”…» (pp. 30–31).

Negli anni Venti, Margaret Murray riprese e radicalizzò la visione frazeriana nei suoi libri The Witch-Cult in Western Europe (1921) e The God of the Witches (1931).

Sostenne che l’Europa medievale avesse conosciuto una religione pagana organizzata — la “Vecchia Religione” — sopravvissuta clandestinamente fino all’età moderna e perseguitata come “stregoneria”. In questo sistema, Halloween avrebbe occupato un posto di rilievo, seconda soltanto a Beltane (1° maggio) come festa principale del calendario sacro.

Questa teoria, oggi del tutto screditata, ebbe tuttavia un’influenza straordinaria: divenne il fondamento ideologico della moderna Wicca e del neopaganesimo novecentesco, che la adottarono come propria genealogia spirituale. Ancora oggi, mezzo mondo è convinto che ci fosse una religione pagana in Europa, legata alla natura, e che questa religione sia stata soffocata dal cristianesimo, per poi riemergere da dall’oscurità in età contemporanea con il neopaganesimo attuale. C’è tanta gente che ci crede davvero.

Come hanno dimostrato Hutton (1999) e Thomas (1971), però, Murray manipolava liberamente le fonti, fondendo documenti di epoche diverse e inventando connessioni inesistenti. Ciononostante, la sua narrazione ha goduto — e continua a godere — di un successo popolare notevole, grazie alla sua forza evocativa e al fascino di un passato “perseguitato”. Alla gente queste cose piacciono, e le immagini di gente che fa magie nei boschi, nella nostra società urbanizzata, colpiscono e ispirano di più di immagini di un prete che agita un turibolo durante la messa.

Davis sottolinea che tanto Frazer quanto Murray condividono un animus anticristiano che li porta a semplificare e distorcere la complessa storia religiosa europea. Il sentimento anticristiano che sta alla base di questa ricostruzione storica fasulla è il motivo per cui essa è così forte e difficile da confutare nella società di oggi: a seguito di eventi storici come lo scandalo pedofilia, tante persone provano un sentimento anticristiano che sono ansiose di collocare in una prospettiva storica andando a tirare in ballo persecuzione di streghe colpevoli di creare pozioni curative con le erbe dei boschi, o sostenendo che tutte le maggiori celebrazioni cristiane sarebbero soltanto una scopiazzatura senza valore di qualcosa di molto più antico.

In realtà, aggiudicare dalle fonti, la festa di Tutti i Santi nasce direttamente dal culto dei martiri cristiani, progressivamente ampliato fino a includere tutti i santi conosciuti e ignoti. La sua datazione al 1° novembre si deve a sviluppi liturgici dell’Europa franca e germanica — dove Samhain era ignoto — e la promulgazione ufficiale della festa da parte di papa Gregorio IV nell’835 non menziona in alcun modo la sostituzione di riti pagani.

Con questa analisi, Davis invita a guardare Halloween non come la maschera sopravvissuta di un culto pagano, ma come un prodotto pienamente cristiano della cultura medievale europea, successivamente arricchito da pratiche popolari, travestimenti, falò e questue caritatevoli.

Smontare il mito di Samhain non significa negare la ricchezza simbolica della festa, ma restituirla al suo vero contesto: quello di una religiosità popolare cristiana, profondamente inculturata e tutt’altro che ingenua.

L’analisi di Davis non si ferma alla confutazione delle origini “celtiche”: si estende anche alle pratiche sociali e rituali che hanno plasmato la fisionomia storica di Halloween: una delle convinzioni più diffuse — che i travestimenti e le maschere siano retaggi di un culto pagano dei morti o di un antichissimo rito druidico — è anch’essa un fraintendimento.

Le fonti mostrano piuttosto che tali usanze si svilupparono in contesti cristiani, come forma di penitenza, carità e memoria dei defunti. Davis dedica un passaggio particolarmente rivelatore a questo aspetto:

«Al centro della relazione tra potenti élite sociali e la società in senso più ampio, le pratiche gemelle dell’accattonaggio rituale e della donazione caritatevole fungevano da tipo di obbligo penitenziale parallelo all’esecuzione della preghiera di petizione per i defunti […] Halloween è riconosciuto nella prima letteratura moderna come una celebrazione comunitaria in cui i doveri dei ricchi verso i poveri vengono coscienziosamente assolti nel contesto di uno sforzo collettivo per ottenere la liberazione nelle gioie del cielo per le anime che si affaticano nel purgatorio» (Davis 2009, p. 39).

Dietro l’apparente gioco dei travestimenti e delle questue si nascondeva quindi un sistema di reciprocità spirituale e sociale. I poveri bussavano alle porte chiedendo cibo o offerte in cambio di preghiere per i defunti — una pratica che univa solidarietà materiale e intercessione religiosa. Era una forma di elemosina “attiva”, che ricordava a tutti, anche ai più abbienti, il dovere di sostenere la comunità e di compiere opere di misericordia, specialmente nei giorni dedicati alla memoria dei morti.

Col tempo, questo accattonaggio rituale si secolarizzò e divenne un gioco per bambini, ma la sua radice è tutt’altro che pagana: appartiene alla spiritualità cristiana medievale e al suo modo di concepire la comunione dei santi, ossia il legame vivo tra i vivi e i defunti. Travestirsi, assumere ruoli simbolici e ricevere doni in cambio di preghiere erano gesti che evocavano il ribaltamento temporaneo dell’ordine sociale — un elemento comune a molte feste religiose — ma sempre all’interno di un orizzonte di significato cristiano, non druidico.

Questo intreccio tra carità, penitenza e memoria dei morti rivela che Halloween, nelle sue origini storiche, è un’espressione della pietà popolare europea, non un retaggio di misteriosi culti perduti. La festa univa il dovere religioso della preghiera con il bisogno umano di socialità, trasformando il ricordo della morte in occasione di incontro e solidarietà.

Se posso aggiungere una nota personale, faccio veramente fatica a comprendere l’ostilità che da qualche anno ho potuto constatare nei riguardi dell’esplosione commerciale intorno alla festa da parte di cattolici e non (anche tanti islandesi sono molto ostili a questa festa, pur essendo atei): posto che Halloween è soltanto il termine inglese per Ognissanti, che le due sono la stessa cosa e che affondano le radici nel medioevo cattolico, non vedo perché ci si debba scagliare contro la moderna commercializzazione consumistica di stampo americano quando si è, invece, abbracciata senza problemi la commercializzazione del Natale su modelli tedeschi o scandinavi (babbi Natale, alberi di Natale e quant’altro). L’altra cosa veramente strana, è come ci sia stato uno strappo generazionale che ha portato a perdere la memoria di tradizione italianissime, le quali vengono oggi viste come influenze americane, cosa che sono per certi versi, ma che non costituiscono novità assolute: l’intaglio della zucca è qualcosa che si è fatto per secoli in tante parti d’Italia e che si era perso soltanto con l’emigrazione verso le città, al termine della seconda guerra mondiale. Mio nonno ricordava benissimo la tradizione dell’intaglio delle zucche per i morti nelle campagne lombarde. Mio padre, nato e cresciuto in città, non lo aveva mai fatto. Io, negli anni ‘90, sotto l’influenza americana, ho ricominciato a farlo, assieme a mio nonno, e l’ho sempre visto come il recupero di qualcosa di genuinamente nostrano. Una tradizione che forniva un pretesto per fare un’attività creativa e un esercizio pratico di uso delle mani, che fosse anche un’occasione conviviale.

Una festa cristiana travestita da pagana

Alla luce di queste considerazioni, Halloween appare non come la “sopravvivenza” di un culto pagano ma come una creazione cristiana medievale — una festa nata dalla commistione di liturgia, pietà popolare e rituali sociali di carità.

Nel corso dei secoli, l’immaginario letterario e folklorico l’ha progressivamente trasformata, arricchendola di elementi fantastici e spaventosi, fino a farne il fenomeno culturale che conosciamo oggi. Eppure, dietro le zucche e i costumi, sopravvive il nucleo originario: la riflessione sulla morte, il ricordo dei defunti, la tensione tra il mondo terreno e quello ultraterreno, la condizione temporanea dolorosa delle anime del purgatorio.

Sono temi centrali del cristianesimo medievale, che ha saputo abbracciare — non sopprimere come ha cercato di fare il cristianesimo protestante di età moderna o come sta cercando di fare quello cattolico con l’Halloween all’americana di oggi — la tradizione popolare sviluppatasi sulle sue fondamenta, trasformandola in occasione di partecipazione comunitaria e di speranza escatologica.

Come accade per le “rune magiche” o per i “vichinghi” di History Channel, anche il mito delle origini celtiche di Halloween sopravvive perché è più seducente della verità. Ma la conoscenza, come la storia, richiede un atto di maturità: saper rinunciare alla leggenda quando l’evidenza la smentisce.

Solo allora possiamo dire di onorare davvero le radici della nostra cultura — che non sono fatte di misteri ancestrali perduti, ma di secoli di pensiero, fede e civiltà.

martedì 28 ottobre 2025

Probiotici e microbiota intestinale


 

Il sistema immunitario inizia nell’intestino. Il nostro microbiota, cioè l’insieme dei miliardi di batteri che lo abitano, dialoga costantemente con le cellule immunitarie, insegnando loro a riconoscere e neutralizzare gli agenti patogeni.

Quando il microbiota è in equilibrio, l’organismo è più forte e reattivo; quando è alterato (a causa di antibiotici, stress o cattiva alimentazione), le difese si indeboliscono.

Per mantenerlo in salute:

consuma alimenti fermentati naturali come yogurt, kefir, crauti, miso e kombucha;

privilegia fibre prebiotiche, cioè i “nutrienti” dei batteri buoni, presenti in avena, legumi, banane non troppo mature, mele, porri, cipolle e aglio;

limita zuccheri raffinati e prodotti industriali che favoriscono la crescita di batteri nocivi.

Un intestino sano è la base di un sistema immunitario forte, equilibrato e reattivo.