Ieri, 2 aprile 2016, ho partecipato a un matrimonio celebrato
da un monaco buddista, che mi ha lasciato stupita per la sua semplicità.
In pratica il monaco intona una cantilena di un quarto d’ora
e gli sposi assistono stando in piedi.
Subito dopo è stato
officiato il rito civile che invece si è dilungato parecchio, perché ci sono
stati degli stacchetti musicali interpretati dall’officiante, un noto cantante
lirico del Teatro San Carlo di Napoli.
Ma non sul matrimonio mi voglio dilungare, a parte rinnovare
felicitazioni beneauguranti ai neo sposi.
Io nel mio blog non mi lascio coinvolgere dai fatti di
cronaca, né dalla politica e cose di ordinaria quotidianità, sia positive che
negative. Adesso però voglio esprimermi su qualcosa che è profondamente
avvertito dalla nostra coscienza, ci crediamo o no:
NOI SIAMO
PARTE DI UN PROGETTO CREATIVO DI CUI NON CONOSCIAMO IL FINE ULTIMO.
Il CREATO è un’opera talmente magnifica che non può farci
dubitare sull’esistenza di un DIO CREATORE.
Ma si combattono guerre religiose, muoiono persone innocenti
perché il loro credo dà fastidio ai vicini; in nome di un Dio <<
martiri>> si fanno saltare in aria per fare carneficine che
sgomentano e lasciano scie
raccapriccianti.
Ma perché, mi chiedo?
Non sarebbe bello abituarci a familiarizzare sin da piccoli con
le varie religioni e poi da grandi decidere quella che sembra più vicina a noi
in quel preciso lasso temporale?
Ma cos’è questa mania persecutoria che hanno gli islamici
verso i loro connazionali che abbracciano la fede cristiana?
Mi ha sconvolto un fatto di cronaca recente in cui un giudice
inglese ha vietato a un padre divorziato di far partecipare ai riti cattolici
il figlio di 8 anni, accogliendo la richiesta della ex moglie musulmana.
Il papà era giustamente preoccupato, in quanto il figlio lo
considerava già un uomo cattivo e destinato all’ inferno. Ciò è quanto viene inculcato ai bambini musulmani già dalla
più tenera età e noi cristiani siamo ai loro occhi gente amorale destinati all'inferno. La religione cristiana sembra essere diventato il bersaglio principale di costoro
che si sono assoggettati a precetti che mettono i brividi.
Sarebbe bello invece
conoscere i credi esistenti,
condividerne i precetti comuni e rispettarne le differenze che comunque fanno
parte dei costumi locali e più folkloristici.
Sarebbe auspicabile decidere da grandi quale credo religioso praticare,
perché la religione non dovrebbe essere mai imposta alla nascita, ma dovrebbe
essere una scelta consapevole da fare dai trent’ anni in su.
Nessun commento:
Posta un commento