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sabato 15 novembre 2025

IL TEMPO DELLA TORTA DI MELE

 


Oggi, il tempo è uggioso (silenzioso), il cielo pumbleo (triste) e io mi arrovello sul menù di domani (domenica). Mi sono ripromessa che di domenica sul tavolo ci deve essere sempre una torta. Allora, siamo in autunno, è il tempo delle zucche e delle mele, sarebbe buona cosa combinare questi magnifici frutti di Madre Natura. Perché no? La mela tenta, ma non tradisce. E regala un assaggio di paradiso (terrestre). Ho preparato tantissime torte di mele, sempre molto gradite da gustare e mangiare con gli occhi. Sono affezionata in particolare ad una, però non mi tiro indietro a provare nuove ricette. Sfogliando un vecchio magazine, mi è venuta sotto gli occhi questa ricetta della padrona di un bar di Ravenna.

Dolce di mele di Ravenna

Ingredienti per 6-8 persone

1.2 kg di mele golden o renette

2 pere grandi o 3 piccole a fettine

3 uova intere

200 g di zucchero

1 bicchiere di latte

300 g di farina

100 g di burro sciolto

100 g di uvetta ammollate

100 g di pinoli tostati

1 cucchiaino di lievito per dolci

 la buccia grattugiata di 1 limone

2 cucchiai di zucchero a velo per la copertura finale.

 

1 teglia apribile per dolci di 26 cm imburrata e infarinata

 

In forno a 180°-200° per un’ora e tre quarti; a metà cottura coprire con un foglio d’alluminio.

Preparazione

Leggere la poesia dedicata

Sapori di versi

La grassa signora di un bar di Ravenna

sorride orgogliosa  porgendo la strenna (dono).

Son fette  di dolce che sembrano vele

ha fatto da poco la Torta di Mele.

 

Profuma la torta di questa Romagna

È antica, di casa, e sa di campagna.

Teodora mi guarda dal suo muro d’oro

mi scrivo gli appunti e poi la divoro.

 

Di mele renette o golden verdine

ne occorrono un chilo più due piccoline.

Di pere sugose ne bastano tre

Si tagliano a fette, le sbuccio da me.

 

L’uvetta, stremata bisogna svegliare

la tuffo nel rhum, si mette a nuotare.

Un etto di pinoli, li tosto un momento

diventan dorati, profumano al vento.

 

Il mixer spalanca la bocca vorace

ingoia tre uova, è sazio, ma tace.

Per metterlo in moto e farle montare

lo zucchero aggiungo nell’antro infernale.

 

E dentro al robot che gira da molto

ci vuole farina e il burro già sciolto.

Limone grattato, di latte un bicchiere

continua a girare, mi metto a sedere.

 

Per essere a posto, da cuoca perfetta

il lievito serve in questa ricetta.

La dose sia una e già vanigliata

insieme alle mele la crema mischiata.

 

Imburro la teglia, di size ventisei

la metto nel forno, son quasi le sei.

Per quasi due ore si dora, si cuoce

infine la sforno. Teodora quae docet.

 

 

 

 

 

 

 


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