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venerdì 12 agosto 2016

Lontani e felici ricordi di ferragosto

E’ passato del tempo, ma certi ricordi rimangono indelebili nell’animo e ogni tanto riemergono con fermezza e ti commuovono e ti sconvolgono intimamente, paragonandoli al presente di questi tempi aridi. Ricordo quando giovinetta insieme ai cugini ci si preparava a festeggiare la festa dell’Assunta che nella mia città si festeggia il 15 agosto e per 4 giorni era un divertimento grande per noi tredicenni/quindicenni. Avevamo tutte noi giovinette il vestito nuovo comprato per la festa da indossare la prima volta. Poi, già verso l’imbrunire eravamo pronte per lo <<struscio>> sul Corso che dalla Villa Comunale portava al Duomo. Le luminarie erano bellissime, incorniciavano il Corso di mille luci e colori  e tu ammiravi anche la fantasia dei disegni. Davanti alla facciata del Duomo rimanevi senza parole, perché era completamente nascosta dalle luminarie che si estendevano ben oltre il suo perimetro. Attesissima da tutti, ma proprio tutti, anche dai forestieri, era il fuoco sul Campanile che era proprio accanto al Duomo. Lo spettacolo iniziava al rientro della statua dell’ Assunta e di San Simmaco dalla processione per le vie della città e quindi era notte fonda quando cominciava lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Tutti gli sguardi erano puntati sul campanile e in successione continua si assisteva ai giochi pirotecnici che si concludevano con il quadro della Madonna che veniva su un filo fatto scendere fino al Duomo. La serata finiva con il lento rientro a casa, perché era talmente tanta la folla che ci si muoveva a rallentatore, finché non imboccavi una strada laterale che ti faceva procedere spedita. Quelli che erano arrivati con l’autovettura dovevano anche loro procedere a rilento e riprenderla  dove l’avevano parcheggiata, ossia molto lontano dalla piazza del Duomo. Che gioia erano per noi giovinetti quei giorni di festa. C’era da andare sulle giostre e ci si avviava già nel pomeriggio fino al rientro verso mezzanotte per provarle tutte e guardare le bancarelle che coprivano interamente i due lati del lunghissimo corso che dalla Villa comunale arrivava al Duomo. Le giostre erano allora tutte ammassate nella Villa Comunale e su tutte svettava la Grande Ruota Panoramica, imperdibile per ammirare dall’alto il rettifilo del Corso tutto illuminato a festa. C’era allegria, gioia e musica tutt’intorno e in noi fanciulle e fanciulli c’era spensieratezza, voglia di vivere e si guardava con serenità al futuro. Giuro che io personalmente non mi sono mai attardata su pensieri da adulta, di cosa avrei fatta da grande, sentivo questi pensieri lontani e non ci pensavo: vivevo l’attimo quotidiano, senza farmi domande di nessun tipo. Ero un’ adolescente timida e riservata, molto ligia alle regole e rispettosissima dei genitori e parenti, ai quali ci rivolgevamo con il voi. Altra gioventù quella. Ritornando a quei tempi felici e spensierati, lo  erano anche i giorni successivi, la festa dell’Assunta (dal 14 al 17 agosto) si concludeva con il concertino con cantanti importanti e a mezzanotte del quarto giorno si sparavano i fuochi d’artificio ed era una gara tra tre o quattro fuochisti di solito, che ambivano al premio finale di miglior fuochista. Era festa anche a tavola e ricordo il pranzo importante di ferragosto con la lasagna, il pollo imbottito che mia madre sapeva fare così bene e altre prelibatezze che si gustavano solo alle feste. In ultimo c’erano i taralli che la mia mamma sapeva fare e la cui ricetta ormai è persa, anche per il fatto che si usava il forno a legna, dove tutto, ma proprio tutto veniva cotto, dopo aver sfornato le pagnotte di pane lievitato con lievito madre e che durava anche due settimane, come se fosse appena sfornato, sempre morbido, fragrante e squisito.

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