Cliccando www.welovepasta.it c'è un vademecum davvero prezioso per chi non vuole fare sbagli in cucina e vuole gustare l'autentica ricetta italiana, patria della pasta e della Dieta Mediterranea.
Molte le curiosità, ma questo è l'articolo che più ho apprezzato.
PASTA: LA GUIDA PER TUTELARE LE RICETTE ITALIANE
PIÙ DIFFUSE (SPESSO TRADITE)
PREMESSA: AD OGNI SALSA IL SUO
FORMATO DI PASTA – Secondo AIDEPI, ci sono oltre
300 formati di pasta. Ognuno dà il meglio di sé con determinati
tipi di sugo e non con altri. E fanno la differenza nel gioco di prestigio
della ricetta perfetta. In generale, i formati più “gentili” (come le farfalle)
si abbinano meglio con condimenti leggeri e freschi, come una pasta fredda con
le verdure. Formati più strutturati (tortiglioni o bucatini), sposano salse
robuste, vedi ragù di carne o Amatriciana. Formati grandi, come paccheri e
ziti, sono ideali per condimenti che sappiano unire eleganza e consistenza,
mentre le mezze maniche sono una pasta più “quotidiana” e versatile, adatta a
sughi pratici e veloci ma anche alla struttura di una Carbonara. E ancora, la
superficie porosa o rigata cattura meglio i sughi più sciolti, mentre una
texture più liscia è perfetta con sughi più “avvolgenti”.
CACIO E PEPE SENZA GRUMI? ECCO COME
OTTENERE LA CREMA PERFETTA – Se anche il New York Magazine si
scomoda a proclamarlo piatto più cool del 2016, è
chiaro che con la Cacio e pepe c’è poco da scherzare. Nonostante la sua
apparente semplicità, il piatto di pasta più antico in circolazione presenta
una sfida non proprio trascurabile: fare la “cremina”, e cioè
sciogliere il pecorino senza che si rapprenda. Come? Il segreto è nell’amido
rilasciato dalla pasta nell’acqua di cottura. Ne basta un mestolo, da far
scaldare in padella a fuoco basso con il pecorino e un goccio d’olio. Raggiunta
la consistenza giusta, il fuoco va spento e la cremina di formaggio lasciata
riposare. La pasta, ben scolata, va mantecata in padella a fuoco vivo per pochi
secondi e il gioco è fatto.
CARBONARA SI’, PASTA E FRITTATA NO:
ECCO COME – Secondo l’Accademia Italiana della Cucina è il
piatto italiano più “falsificato” nel mondo. Se nel Midwest americano o
nell’altopiano siberiano il guanciale non è sempre a portata di mano ed è
passabile la sua sostituzione con bacon o pancetta, non sono ammessi errori
invece nella salsa di uovo e pecorino: per evitare di mangiare una pasta con la
frittata, l’uovo (un tuorlo per commensale) va mescolato crudo con il pecorino e fuori dal fuoco,
fino a ottenere un composto grumoso. La pasta appena scolata va aggiunta –
sempre a fiamma spenta – al composto e sarà la sua temperatura a cuocere l’uovo
e legare la salsa. Con l’aiuto di poca acqua di cottura se la crema fosse
ancora troppo densa.
RAGU’ ALLA BOLOGNESE: COTTURA SLOW
PER UN RAGU’ OTTIMALE – Con la pasta in soli 15 minuti si può
ottenere un piatto sano e genuino. Ma alcune ricette sono nemiche della fretta. Come
il ragù. Napoletano o bolognese, questa salsa va fatta sobbollire (o
“pippiare”) a lungo, almeno 3 ore, semicoperta e a fuoco bassissimo. E
comunque, più a lungo è, meglio è. Per correggere l’acidità dei
pomodori e dare consistenza alla salsa, il segreto della nonna è aggiungere a
fine cottura un po’ dilatte.
E anche il sale andrebbe aggiunto, se necessario, sempre a fine cottura. Salare
troppo presto potrebbe risultare in un ragù troppo saporito.
SPAGHETTI AL POMODORO E BASILICO:
COTTURA A RISOTTO PER LEGARLA ALLA PERFEZIONE – È la più
famosa ricetta per fama e diffusione e anche i millennials italiani riconoscono
che questo piatto è senza tempo, proclamandola “pasta del futuro” (fonte AIDEPI/Doxa). Eppure la
sua semplicità è una sfida, anche secondo lo chef numero uno al mondo Massimo
Bottura. Per evitare di ritrovarsi uno spaghetto troppo acquoso o, al
contrario, troppo asciutto, il trucco è la cottura “a risotto”, ideale per le
paste semplici. Per realizzarla, basta scolare la pasta a mezza cottura conservando
la sua acqua e finirla di cuocere nel sugo “a risotto”, aggiungendo cioè un mestolo di
acqua di cottura alla volta fino a suo completo assorbimento. In questo modo,
l’amido amalgamerà il tutto in modo perfetto e la pasta, potrà essere servita
già perfettamente mantecata. Per la salsa, pomodorini freschi in estate, polpa o pelati
in inverno. O uno dei tanti sughi pronti di qualità disponibili
sul mercato. Il ketchup? Mai e poi mai.
PASTA AL PESTO: MORTAIO E MIX DI
FORMAGGI I MUST DI QUESTO PIATTO – È il piatto più amato dai turisti
stranieri in Italia, ma anche lui è un “false friend”. Chi vuole
prepararlo in casa, dimentichi il frullatore e si armi di mortaio
in marmo: il trucco sta nel modo di roteare
il pestello di legno che non deve affatto “pestare”,
ma schiacciare contro le pareti con un movimento circolare per ottenere la
giusta consistenza. Un’ultima raccomandazione: la pasta va condita sempre fuori
dal fuoco.
PASTA FREDDA: AL DENTE ANCHE IL
GIORNO DOPO CON LA COTTURA “A CAMPANA” – Una ricetta
classica del giorno dopo, amica del frigorifero e dell’ambiente, perfetta
soprattutto nei giorni primaverili o estivi, quella che gli americani chiamano
“pasta primavera” e che ricercano di più online. La sfida: fermare la cottura
al punto giusto e evitare il “mappazzone” scotto. L’errore:raffreddarla sciacquandola sotto l’acqua o
lasciandola a scuocere in pentola. La soluzione: la cottura a
campana. A due terzi della cottura (se il tempo di cottura indicato sulla
confezione è di 14 minuti, va fatta bollire per circa 10 minuti), la pasta va
scolata e trasferita in una insalatiera e sigillata con pellicola trasparente.
La pellicola si gonfierà “a campana” e la cottura si completerà a secco. In
questo modo, la pasta resterà integra, buona e al dente anche per il giorno
dopo.
AMATRICIANA GREEN (E LIGHT) in
pentola a pressione – Cipolla, aglio, bacon? No. Guanciale?
Assolutamente sì. In pentola a pressione? Perché no? Tra i metodi di cottura
alternativi è quello più sostenibile. E allora perché non provarlo con uno dei
piatti più amati e simbolici dello stivale come l’Amatriciana? Lo ha fatto Davide
Scabin, speaker al prossimo World Pasta Day di Mosca, con risultati sorprendenti. Gli
ingredienti vanno messi tutti in pentola, con 100ml d’acqua invece del litro canonico per
100 grammi di pasta. Da inizio cottura, fischio o non fischio,
vanno contati 11 minuti circa. Con un bel risparmio di gas (si usa una padella invece di due) e
di acqua. Se tutti gli italiani utilizzassero questa tecnica
per cucinare la pasta, ci sarebbe un risparmio di 224 litri d’acqua all’anno
procapite, per un totale di 17 miliardi di litri d’acqua risparmiati. Più o
meno quella che serve a riempire 70 piscine olimpioniche.
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